Merletto di mezzanotte (Midnight Lace)

1960 di David Miller

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    I'm seeing a tunnel at the end of all these lights

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    Merletto di mezzanotte (Midnight Lace)

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    Trama

    Kit è un'ereditiera americana sposata con un uomo d'affari che vive a Londra e passa amabilmente le sue giornate tra amiche, eventi mondani e shopping sfrenato. Un po' frivola forse, ma di buon cuore. La sua vita sembra il ritratto della perfezione, eppure un'ombra si cala presto sulla sua realtà, quando inizia a ricevere telefonate minatorie da uno sconosciuto che minaccia di ucciderla presto.

    Dopo un primo momento in cui si crede sia un banale scherzo, l'escalation di eventi porterà la nostra eroina sull'orlo di una crisi emotiva. Disperata, impotente e non creduta dalle persone che ama... forse anche lo spettatore inizia un po' a dubitare. Un incalzate susseguirsi di eventi ci condurrà ad un finale un pochino telefonato per chi il film lo vede ora, ma niente affatto scontato se pensato all'epoca.

    Commento

    Il film si apre con la nebbia e una vocina inquietante che minaccia di morte la nostra protagonista, un'elegante bionda americana a Londra, interpretata magistralmente da Doris Day. Da quel momento la nostra eroina entra in una spirale di ansia e grande frustrazione perchè le persone attorno a lei passano dal sottovalutare la situazione al credere addirittura che sia tutto frutto dei suoi capricci da "donnetta". Quest'ultimo aspetto è il primo di cui voglio parlare e che viene bene affrontato durante il film e rende possibile una grande crescita del personaggio di Kit.

    Inizialmente è dipinta come il cliché della classica bionda, diciamolo, un po' scema e superficiale, del tipo che tutte andiamo a dormire così. :D

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    Ma man mano che la situazione si fa drammatica, lei è sempre più spaventata, le persone a lei più care (il marito e la zia Bea) sembrano iniziare a non crederle più. L'apice di questa situazione disperata è quando l'uomo al telefono finge di essere in combutta con lei mentre la zia è in ascolto. Questo è un momento cruciale della trama, lei aspetta di essere creduta, aspetta una prova che la scagioni dalle illazioni della polizia... invece crolla tutto come un castello di carte.

    Kit, ormai allo stremo... disperata, sconvolta dall'impotenza di non poter provare la sua innocenza, ha un momento in cui cede alla frustrazione e alla paura, una scena dove davvero la Day dà il meglio di sé comunicando veramente il senso di disperazione della protagonista che si abbandona in lacrime tra le braccia del marito urlando "help me help me".

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    Nel prosieguo della storia il personaggio di Kit ha una crescita importante, passa appunto da questo aggrapparsi, fisicamente ma anche emotivamente, al marito, quindi alla figura maschile, al salvarsi da sola a fine film. A parte il punto più drammatico sulle scale, quando proprio si abbandona fisicamente alla disperazione, ci sono tanti momenti di perdita del controllo, della ricerca continua di un aiuto esterno, come quando pensa che il marito di Peggy sia l'assassino e prima chiede aiuto al telefono, poi corre alla finestra a chiedere aiuto al cantiere sottostante.
    Eppure nel momento più disperato, quando tutto sembra perduto, quando (quasi) tutte le persone di cui si fida si dimostrano false e la sua vita è messa in pericolo... Quando pensa che non ci sia più nessuno a cui chiedere aiuto.... Nella scena finale Kit diventa eroina di se stessa, salvandosi la vita. Quello che più temevo in questo finale era l'intervento del giovane bonazzo come salvatore, l'intervento c'è stato, ma quando lei si era ampiamente messa in salvo con le sue sole forze. Per nulla scontato, l'ho apprezzato molto.

    Lo stile poi mi è piaciuto molto. Atmosfere e trama che ricordano molto i film di Hitchcock, a partire da un inizio semplice, ma ugualmente spaventoso, e uno sviluppo molto incalzante e accattivante. I momenti di tensione e di distensione sono ben calibrati lungo tutto lo sviluppo del film, non annoia mai e ti tiene all'amo fino alla fine. Ogni momento è poi dipinto con fotografia e musiche che calzano alla perfezione.

    Ho apprezzato anche che lo spettatore non sapesse nulla sullo sviluppo. Abbiamo infatti sentito la voce del presunto malfattore all'inizio e poi mai più fino alla fine del film, ci sono dei momenti che ci fanno dubitare che sia davvero tutto nella mente di Kit o rendono comunque la realtà della minaccia non scontata. Tutti dubitano di lei ad un certo punto, persino la zia che l'ha vista crescere, possibile che tutto questo non sia reale? Che sia nella sua mente?

    Altro fiore all'occhiello, cast in parte, scelto ottimamente, dai protagonisti ai personaggi minori, tutti con gran carattere e presenza scenica. Ognuno con un ruolo ben preciso all'interno del film e che dona alla storia una sfumatura diversa, arricchendo di fatto al storia di sfaccettature molto diverse. Una menzione speciale per la cameriera del Bar (la Hermione Baddeley di Mary Popping :wub: ) e l'investigatore di Scotland Yard che ci regala alcuni momenti di leggerezza e ironia, ma soprattutto ci fa sorgere un dubbio reale sulla situazione, ma si rivela anche un ottimo detective. Inizialmente le illazioni del detective sulla presunta finzione di Kit sul maniaco al telefono mi hanno dato fastidio, hanno credo in qualche modo enfatizzato la sua caratterizzazione da moglie trofeo, ma lo sviluppo poi del film devo dire che mi ha smentito e convinto.

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    L'unico personaggio un po' clichè è quello del giovane Brian Younger, veramente eroe senza macchia un po' palloso, c'è un momento nel film in cui anche su di lui cade una veloce ombra, ma è servita talmente su un piatto d'argento che ci si rende subito conto che è una fregnaccia... anzi....

    L'unico difetto di trama è che appena spunta il bonazzo giovane si capisce che è il marito che la vuole morta o quantomeno pazza per cicciarsi i soldi. E quell'unica ombra gettata sulla telefonata fatta dal retro del bar non fa che avvalorare questa ipotesi sul marito 'stardo. Non mi aspettavo però la liaison con la vicina Peggy. :p:


    In breve. Per tirare le somme un ottimo thriller, regia claustrofobica non tanto per un uso smodato di interni o luoghi ristretti, ma per la tensione che tutti gli elementi sono in grado di creare. Adoro poi quando una cosa normale (come gli uccelli del film di Hitchcock per l'appunto) come un telefono diventa il centro dell'ansia e turba la normalità, belle le atmosfere, sviluppo incalzante e mai noioso, un cast in stato di grazia, una Doris Day che mi ha veramente stupito, sicuramente da recuperare.

    Edited by Tristessa - 3/4/2020, 23:59
     
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